Assolegno risponde

Gli esperti al servizio del settore

    #Durabilità  

    Vorrei maggiori informazioni sugli attacchi di termiti

    Ho letto in internet che anche in Italia sono presenti termiti. Possono rappresentare un problema per una casa in XLAM da costruirsi in Veneto, vicino a San Donà di Piave?

    Risposta a cura di Massimo Del Senno, Esperto Tecnologia del Legno

    Pubblicato il 06/04/2023

    Sono stati spesso segnalati attacchi di termiti su strutture nell'Italia meridionale (vedere a proposito Giovanni Liotta "Gli insetti e i danni del legno", Firenze 2003). Anni fa fece notizia addirittura la segnalazione di un attacco agli arredi lignei della biblioteca nazionale di Firenze, ma poi non se ne sentì più parlare. I casi riportati riguardano quasi esclusivamente attacchi di Reticulitermes lucifugus (termiti slotterranee) che di Kalotermes flavicollis (termiti del legno secco).

    Le specie legnose europee, eccezion fatta, secondo alcuni, per il durame di castagno non sono naturalmente resistenti alle termiti. Le termiti attaccano legno con elevata umidità, ma sono in grado di estendere l’infestazione a zone secche, in cui la loro attività determina un incremento, appunto, dell’umidità fino ai livelli necessari alla loro sopravvivenza. Va fatto notare che, nonostante il nome corrente, anche Kalotermes attacca il materiale in condizioni di elevata umidità.

    Le condizioni climatiche richieste per lo sviluppo di questi insetti ne hanno finora praticamente inibito lo sviluppo al di fuori di aree, quali appunto l’Italia meridionale o la Francia sud occidentale.

    La pericolosità degli attacchi è legata essenzialmente al fatto che lo sviluppo di una colonia avviene fuori del contatto con la luce, divenendo visibile solo quando la demolizione ha raggiunto percentuali di sezione molto importanti.

    Le colonie di quasi tutte le specie, in particolare del genere Reticulitermes, fanno capo a nidi nel terreno e non nei manufatti attaccati, per raggiungere i quali queste specie sono in grado di costruire, usando saliva rosura e terriccio, tunnel coperti (anche a sviluppo verticale) che possono segnalare la presenza di una colonia. Questo comportamento consente di prevenire le infestazioni isolando meccanicamente o chimicamente i manufatti dal terreno.

    Nel caso di Kalotermes può essere possibile un insediamento della colonia nella struttura lignea, ma questo rende possibile l’eradicazione delle colonie con trattamento del materiale attaccato.

    Per quanto detto è inoltre necessario ricorrere a tutti quegli accorgimenti che evitano l'innalzamento dell'umidità nel manufatto (sia per condensa, sia per percolazione e così via).

    In caso di infestazione i metodi più efficaci sono quelli che usano principi tossici ad azione lenta che le operaie diffondono nella colonia, nutrendo immaturi, guerrieri ed individui sessuati e, quello che prevede l'uso di ormoni inibitori della chitinizzazione: gli individui che ingeriscono le esche contenenti questi prodotti non solo muoiono alla prima muta successiva all'ingestione, ma, analogamente a quanto avviene con i prodotti citati in precedenza, rigurgitando il cibo per gli altri membri della colonia trasmettono ad essi l'ormone stesso.

    Nella zona indicata non pare siano probabili insediamenti di questi insetti, ma (anche in considerazione dei cambiamenti climatici) si consiglia da una parte di accertare se casi di infestazione siano stati segnalati, dall’altra di attenersi alle cautele accennate a livello di preparazione del sito e di progettazione dei particolari che possono determinare innalzamenti dell’umidità. Per i trattamenti del suolo (e per interventi eventualmente necessari per i manufatti) si raccomanda di evitare il “fai da te”, sia per la necessità di individuare i punti di possibile attacco che per la tossicità dei prodotti utilizzati e di ricorrere a specialisti, anche nella fase di prevenzione.