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    Quale fattore di comportamento per strutture a pareti portanti intelaiate? Quando si può ricadere in CD"A" e quando in CD"B"?

    Quale fattore di comportamento è corretto utilizzare nel caso di un edificio in legno a telaio leggero con solai controventati mediante pannelli OSB? Quando si può ricadere in CD"A" e quando in CD"B"?

    Risposta a cura di Daniele Casagrande, Istituto per la Bioeconomica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE)

    Pubblicato il 06/03/2023

    I valori del fattore di comportamento di base q0 da adottare nel caso di comportamento dissipativo di strutture in legno a pareti portanti intelaiate sono riportati all’interno della Tab. 7.3.II delle NTC 2018 in funzione della classe di duttilità (alta CD “A” o media CD “B”).

    E’ interessante notare, tuttavia, come in tale tabella non vi sia una non chiara distinzione tra due tipologie strutturali riconducibili alle strutture a pareti portanti intelaiate in relazione al tipo di diaframma utilizzato. Si parla infatti di:

    • Pareti di parete a telaio leggero chiodati con diaframmi incollati”, con valori del fattore q0 pari a 3.0 e 2.0 rispettivamente per la classe di duttilità alta e media;

    • Pareti di parete a telaio leggero chiodati con diaframmi chiodati ”, con valori del fattore q0 pari a 5.0 e 3.0 rispettivamente per la classe di duttilità alta e media;

    Si rimanda ad una precedente risposta pubblicata su questo portale per una spiegazione esaustiva su tale distinzione.

    Con riferimento al secondo quesito, è importante precisare come la scelta della classe di duttilità (alta o media) sia strettamente correlata alla duttilità globale della struttura. Per una determinata tipologia strutturale questa dipende sia dalla scelta delle zone dissipative (e dunque dal meccanismo di collasso globale della struttura) sia della loro capacità di deformarsi in campo plastico (duttilità locale).

    E’ bene precisare come, tuttavia, all’interno delle NTC18 non esista una specifica definizione di tali classi di duttilità riconducibile alle strutture in legno a pareti portanti intelaiate. Viene solamente richiesto infatti, così come per tutte le altre tipologie strutturali in legno, che la duttilità locale delle zone dissipative sia pari ad almeno 4 per la classe duttilità media e pari a 6 per la classe duttilità alta.

    Non vengono altresì esplicitate quali zone devono essere considerate come dissipative.

    Si rimanda a tal proposito alla proposta di Follesa, Fragiacomo, Casagrande et al. (2018) per la definizione delle zone dissipative nelle strutture a pareti portanti intelaiate in relazione alla classe di duttilità. Ulteriori approfondimneti in merito sono disponibili in una precedente risposta pubblicata su questo portale.

    Riferimenti bibliografici: Follesa M., Fragiacomo M., Casagrande D., Tomasi R., Piazza M., Vassallo D., Canetti D., Rossi S., The new provisions for the seismic design of timber buildings in Europe, Engineering Structures 168 (2018) 736–747