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    Come tener conto del degrado ciclico nel valutare la resistenza delle zone dissipative?

    Al punto 10.5 del documento CNR-DT 206 R1/2018 si afferma che "per le zone dissipative, nella valutazione della resistenza di progetto allo stato limite ultimo è opportuno tener conto del degrado ciclico, applicando un coefficiente riduttivo che, in mancanza di più precise valutazioni, può essere posto pari a 0.8". Si tratta di una prescrizione aggiuntiva rispetto a quanto indicato nelle Norme Tecniche?

    Risposta a cura di Maurizio Follesa, dedaLEGNO

    Pubblicato il 31/10/2022

    Come descritto nel paragrafo citato, nella valutazione della resistenza di progetto delle zone dissipative, in generale per le strutture di legno rappresentate da connessioni meccaniche, è opportuno tenere conto del degrado ciclico, ovvero della diminuzione del valore massimo di resistenza, che, sia quando viene calcolato mediante le formule di Johansen date nell’Eurocodice 5, sia quando è ottenuto da dati sperimentali forniti dal produttore, è valutato mediante prove monotòne (a meno di diverse specificazioni), rispetto al valore di resistenza massimo ottenuto mediante prove cicliche effettuate, per il caso delle connessioni delle strutture di legno, secondo il metodo di prova stabilito dalla norma EN 12512: Strutture di legno. Metodi di prova. Prove cicliche di giunti realizzati con elementi meccanici di collegamento.

    In assenza di dati sperimentali, le istruzioni CNR-DT 206 R1/2018 specificano che tale diminuzione può essere al massimo del 20% e quindi il coefficiente riduttivo da applicare nel calcolo della resistenza delle zone dissipative è 0,8. Tale prescrizione è contenuta anche nella revisione del capitolo relativo alle strutture di legno dell’Eurocodice 8, attualmente in discussione in sede CEN.

    Il degrado di resistenza per deformazioni cicliche è però un fenomeno presente anche per altri materiali, non solo per le connessioni nelle strutture di legno, ed è contemplato dalle NTC 2018 al paragrafo 7.3.6.1 Elementi Strutturali – verifiche di resistenza (RES) all’interno del paragrafo 7.3.6 Rispetto dei requisiti nei confronti degli stati limite, dove viene specificato: La resistenza dei materiali può essere ridotta per tener conto del degrado per deformazioni cicliche, giustificandolo sulla base di apposite prove sperimentali. In tal caso, ai coefficienti parziali di sicurezza sui materiali γM si attribuiscono i valori precisati nel Cap. 4 per le situazioni eccezionali.

    Tale prescrizione era peraltro già presente nelle NTC 2008. La prescrizione contenuta nelle Istruzioni CNR DT 206 non è quindi aggiuntiva rispetto a quanto contenuto nelle NTC 2018, ma semmai dà delle indicazioni ulteriori su come considerare tale fenomeno per il caso delle zone dissipative nelle strutture di legno.