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    Copertura in legno o laterocemento?

    Per una copertura in legno a 2 falde da realizzarsi a Macerata la ditta mi propone un tetto così fatto: perline 21 mm, OSB 3 15 mm, Freno vapore sd 2, 160 mm lana roccia 0.035 W/mK, 20 mm fibra legno dura, telo traspirante sd 0.02, ventilazione 65 mm, tavolato grezzo abete, telo riflettente, listelli, tegole. Ora ho un tetto in laterocemento e mi hanno prospettato che probabilmente il caldo estivo si sentirà di più con il nuovo tetto (molto più leggero). Non è possibile migliorare la soluzione proposta?

    Risposta a cura di Michele De Beni, Esperto di edifici ad alta efficienza energetica

    Pubblicato il 18/08/2022

    Per "prospettare" (meglio sarebbe confrontare) il comportamento termico di una copertura realizzata con tecnologie costruttive così diverse, meglio sarebbe avere tutti gli elementi che concorrono alla prestazione estiva ed in particolare:

    • le caratteristiche dei coibenti della copertura in laterocemento (se presente);
    • le caratteristiche di tenuta all'aria della copertura in laterocemento (se presente);
    • la tipologia, le dimensioni e le caratteristiche di schermatura (se presenti) delle aperture a tetto nei due scenari (se uguali).

    Se questi elementi non si hanno, si rimane nel campo del "sentito dire" o della "diceria popolare" che non presenta alcun fondamento scentifico e per lo più si basa su edifici mal realizzati e che lasciano brutti ricordi a chi li costruisce e a chi li abita.

    Non vi è ombra di dubbio che la tipologia di copertura lignea a lei proposta, dal punto di vista termico (sia invernale che estivo), se ben realizzata (tenuta all'aria e schermata bene nelle aperture a tetto) sia decisamente migliore che una copertura in laterocemento senza (o con poca) coibentazione.

    Questo perchè tale copertura miscela nel modo corretto le caratteristiche termofisiche dei materiali che la compongono (conducibilità termica, capacità termica e permeabilità al vapore) per ottenere ottimi valori dei parametri energetici principali (trasmittanza stazionarie e dinamiche) che la normativa richiede.

    Il solo "peso" di una struttura non basta a qualificarla termicamente come pessima, buona o ottima. Il peso difatti ha effetto solo sullo sfasamento termico e (in minima parte) sulla attenuazione dell'onda termica in quanto, a lungo andare, una volta che il calore si è "impadronito" della struttura farà molta fatica a "rigettarla" verso l'esterno.

    Il mio consiglio è quindi di procedere in tal senso ma anche quello di investire nel controllare bene la qualità costruttiva esecutiva di tale soluzione, in quanto la bontà di una soluzione su carta, per essere confermata nella realtà, ha bisogno di molta cura da parte di chi la esegue.