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    Copertura piana in clima mediterraneo

    Quale è una buona stratigrafia per un tetto piano calpestabile da realizzare a Cagliari?

    Risposta a cura di Michele De Beni, Esperto di edifici ad alta efficienza energetica

    Pubblicato il 01/06/2020

    Nel contesto in cui ci confrontiamo, do per assodato che la sua domanda sia relativa ad una copertura piana di un edificio in legno, in cui quindi la struttura portante del solaio sia anch'essa in elementi lignei (XLAM o solaio con travi e assito ad esempio).

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    Non nascondo che il tema è particolarmente delicato e merita estrema attenzione sia da parte di chi valuta la necessità di un tale elemento (progettista e cliente), sia di chi realizzerà ogni elemento della stratigrafia che lo compone. Questa necessità, deriva in primis dalla condizione "geometica" di questo elemento che, piuttosto che sfruttare la gravità per far defluire l'acqua piovana (o acqua accidentale) lontana dalla struttura, può invece accumularla come una "vasca" e, anche nelle condizioni migliori, risultare più lenta di una copertura a falde, in questa evacuazione.

    Altro elemento di criticità è la difficoltà nell'individuare tempestivamente eventuali perdite di tubazioni con acqua (si pensi ad un rubinetto per innaffiare dei vasi di fiori) o di infiltrazioni di acqua piovana. Non è un caso se, gli edifici a tecnologia lignea "storici" o di architettura "regionale", raramente utilizzavano il tetto piano come elemento di conclusione del volume costruito.

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    Definisco un "buona stratigrafia" un pacchetto costruttivo che garantisce nel tempo, elevate prestazioni termiche e di protezione da agenti atmosferici . L’impermeabilizzazione, elemento fondamentale, deve essere progettata secondo le norme italiane vigenti (in particolare la UNI EN 13956) vigenti o secondo la norma “DIN 18531 - Impermeabilizzazione di coperture praticabili e non praticabili”. È necessaria una pendenza minima del 2%, ma, per evitare ristagni d'acqua sulla copertura (sempre deleteri per il degrado) , consiglio di progettare con una pendenza minima del 5%.

    Nel suo caso, in cui tale copertura deve essere "calpestabile", vi è una ulteriore attenzione e riguarda l'iterazione dello strato di calpestio (la pavimentazione), con lo strato di impermeabilizzazione ed isolamento: a secondo della posizione relativa degli ultimi due elementi, si può parlare di tetto piano "caldo" e tetto piano "freddo". Non illustro nel dettaglio pregi e difetti di entrambe le soluzioni, ma, nel suo caso, reputo più appropriata la prima in quanto privilegia, nel tempo, la durabilità dello strato isolante (area verde) che viene protetto superiormente dallo strato di impermeabilizzazione (linea rossa tratteggiata). Inoltre consiglio fortemente di posare una pavimentazione "galleggiante" rispetto a questo, facendo sì che l'efficacia e la salute dello strato di scorrimento dell'acqua piovana, sia visibile ad occhio nudo. Inoltre questa soluzione permette anche di proteggere lo strato di impermeabilizzazione, ombreggiandolo dalla elevata radiazione solare della sua località. Non solo, questo strato d'aria, permette una micro-ventilazione sottostante la pavimentazione che ne limita le deformazioni e nel tempo, ne garantisce la durata (non si confonda però questa ventilazione con quella "classica" dei tetti a falda in quanto, nel caso della copertura piana, il vapore, causa la guaina impermeabilizzante, non fuoriesce dalla stratigrafia e rimane "intrappolato" al suo interno).

    Diventa quindi importante, sul lato interno, l'utilizzo di una barriera vapore (linea viola) che potrebbe essere anche di tipo "evoluto", cioè che possa fungere da barriera assoluta dall'interno verso l'esterno, ma che possa, in casi critici, far evaporare eventuale condensa verso l'interno. Come per lo strato di impermeabilizzazione, anche per questo elemento è importante poterne verificare lo stato di salute nel tempo e quindi è preferibile sia accessibile. Ultimo elemento di ulteriore sicurezza è di una seconda guaina a protezione della struttura lignea che potrebbe fungere anche da strato di protezione durante la costruzione (linea azzurra).

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    Altri elementi a cui le suggerisco di porre estrema attenzione sono i seguenti:

    • fare estrema attenzione al dimensionamento delle fughe della pavimentazione galleggiante e di valutare l'installazione di griglie di emergenza perimetrali che, nel caso di deflussi elevati o accumulo di foglie, possano fungere da sicurezza aggiuntiva per il deflusso delle acque meteoriche;
    • fare attenzione alle tubazioni di impianti e prese elettriche che escono dal fabbricato e che possono creare punti di infiltrazione nella guaina; meglio arrivarci dall'esterno;
    • fare attenzione all''aggancio di eventuali ringhiere che possono creare, come sopra, possibili elementi di infiltrazione o punti freddi nell'isolante, problematici per la formazione di condense interstiziali.

    In sintesi, ogni elemento che sia del pacchetto edilizio, che impiantistico, deve poter funzionare ad un alto livello di sicurezza, senza inutili rischi che, prima o poi, possono arrivare a chiederLe il conto.