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    In una struttura platform frame cosa comporta ai fini strutturali un sovradimesionamento delle connessioni?

    In una struttura platform frame cosa comporta ai fini strutturali, in linea di principio, un sovradimesionamento delle connessioni (hold down - squadrette a taglio - avvitature)?

    Risposta a cura di Mauro Andreolli, TimberTech

    Pubblicato il 09/12/2019

    Le norme tecniche riportano alcune indicazioni in tal senso al punto 7.7.6:

    "Al fine di garantire lo sviluppo del comportamento ciclico dissipativo in corrispondenza delle zone assunte come dissipative, tutti gli altri elementi strutturali e/o connessioni devono essere progettati con adeguati valori di sovraresistenza, come indicato al punto 7.7.3. Tale requisito di sovraresistenza si applica, in particolare, a:

    • collegamenti di elementi tesi o qualsiasi collegamento alle strutture di fondazione;
    • collegamenti tra diaframmi orizzontali ed elementi verticali di controvento."

    L'intento delle norme è chiaro: nel caso di strutture progettate secondo l'ipotesi di comportamento strutturale dissipativo, si deve garantire la plasticizzazione dei giunti nelle zone dissipative, evitando rotture fragili. Per fare questo la resistenza di tutti i possibili meccanismi fragili deve essere adeguatamente maggiore: in altre parole tali elementi devono presentare un adeguata sovraresistenza, in modo tale da scongiurare una loro rottura.

    E' evidente come, a differenza di quanto riportato per altri materiali quali accaio e calcestruzzo armato, dove sono date chiare indicazioni per il progetto secondo la gerarchia delle resistenze, nel caso delle strutture in legno la norma enuncia un principio senza fornire specifiche indicazioni.

    La norma riporta poi alcuni esempi di elementi che devono esser dotati di sovraresistenza:

    • collegamenti in fondazione: ad esempio nel caso di hold-down fissati con tasselli in fondazione si deve dimensionare il tassello con una certa sovraresistenza in modo da evitare che, in seguito a sisma, la modalità di rottura non sia la rottura duttile della connessione legno-acciaio ma la rottura fragile a livello del tassello;
    • collegamenti tra diaframmi orizzontali ed elementi verticali di controvento: l'edificio deve conservare l'aspetto scatolare, consentendo la dissipazione nelle pareti; è necessario quindi che il collegamento diaframma-pareti (che consente di "cucire" e collegare le pareti conferendo all'edificio un comportamento scatolare) sia sovraresistente.

    Nel caso specifico delle strutture a telaio leggero, qualora si voglia massimizzare la dissipazione, il principio deve quindi quello di progettare con adeguata sovraresistenza i meccanismi di rottura fragile (es collegamenti in fondazione), favorendo la plasticizzazione dei meccanismi di rottura duttile (snervamento dei connettori tra pannelli di controvento e telaio in legno). Purtroppo indicazioni e regole operative ad oggi sono contenute solo in letteratura, mentre ancora troppo pochi sono i riferimenti contenuti nelle norme.

    Risposta gentilmente concessa da promo_legno