Assolegno risponde

Gli esperti al servizio del settore

    #Normativa   #Proprietà meccaniche   #Marcatura CE   #ETA  

    È possibile commercializzare legno masssiccio classificato ma non marcato CE?

    Avrei bisogno di un chiarimento sulla classificazione del segato di castagno. Se un legname italiano di castagno risulta classificato in base alla UNI 11035-2 in classe S=D24, per essere a norma DEVE anche avere la marcatura CE? non ci sono eccezioni per il segato? E che senso potrebbe avere un segato classificato UNI 11035-2 e non marcato CE?

    Risposta a cura di Matteo Izzi, Conlegno

    Pubblicato il 16/09/2022

    Le NTC 2018 prescrivono al §4.4 che "Tutto il legno per impieghi strutturali deve essere classificato secondo la resistenza, prima della sua messa in opera" e, nella frase precedente a quella citata, che "I materiali e i prodotti devono rispondere ai requisiti indicati nel § 11.7". In particolare, l'incipit del §11.7.1 sottolinea che "I materiali e prodotti a base di legno per usi strutturali devono essere qualificati secondo le procedure di cui al §11.1" (in cui sono descritti i casi A - B e C che vedremo meglio tra poco).

    Si evidenziano quindi due step: la classificazione secondo la resistenza e la qualificazione del prodotto.

    Per quanto riguarda la classificazione secondo la resistenza, limitandoci alla classificazione "a vista", il classificatore dovrà tener conto della specie legnosa e della provenienza geografica del legname per scegliere la regola di classificazione (nel caso citato, per il Castagno provenienza Italia le norme da considerare sono la UNI 11035-1:2010 e la UNI 11035-2:2010) alla luce della quale valutare l'attribuzione di una classe di qualità (per il Castagno è la "S"). Note quindi la specie - la provenienza e la classe di qualità, si utilizzerà la UNI EN 1912:2012 per assegnare la classe di resistenza (D24 oppure C30), i cui valori caratteristici sono successivamente desumibili dalla UNI EN 338:2016.

    Alcune precisazioni necessarie:

    • Sebbene le UNI 11035-1:2010 e UNI 11035-2:2010 risultino ritirate dal catalogo UNI (ma sono ancora accessibili) ad oggi sono ancora le versioni in vigore per la classificazione secondo la resistenza, mentre le recenti UNI 11035-1:2022 (conifere) e UNI 11035-2:2022 (latifoglie) diventeranno operative solo a seguito della pubblicazione della nuova EN 1912 (probabilmente verso metà del prossimo anno)
    • Al momento (UNI 11035-1/2:2010) la classe di qualità del Castagno è la "S" mentre con la nuova UNI 11035-2:2022 diventerà "LS"; è un mero aggiornamento di nomenclatura
    • La UNI EN 1912:2012 è un documento molto datato e non riporta tutte le assegnazioni attualmente in vigore. Negli ultimi 10 anni è stata più volte integrata con degli AGR (Approved Grading Report), dei documenti tecnici sviluppati da un gruppo di lavoro europeo (il TG1) del CEN/TC124 (la commissione tecnica deputata a sviluppare la normativa sul legno strutturale). Gli AGR tuttavia non sono liberamente fruibili dal pubblico e sono appannaggio degli organismi di certificazione, che informano le imprese degli eventuali aggiornamenti di settore
    • Se guarda la versione attuale della UNI EN 1912:2012, per il Castagno di provenienza Italia è indicata la sola classe D24 e una limitazione dimensionale a 100 mm di spessore; la classe C30 che le ho citato poco sopra è stata introdotta a seguito dell'approvazione a livello comunitario di alcuni report privati (sviluppati alcuni anni fa da FederlegnoArredo e di proprietà di Conlegno) ed è già utilizzabile per tutte le forniture, mentre il limite dimensionale di 100 mm è stato rimosso.

    Relativamente alla qualificazione del prodotto, a seconda della geometria della sezione trasversale, avremo diverse situazioni:

    • Nel caso di sezione rettangolare, il fabbricante (legga: "il produttore") dovrà marcare CE tale elemento secondo la EN 14081-1:2005+A1:2011. Tale norma è armonizzata e pertanto è cogente ai fini dell'immissione sul mercato dello stesso.
    • Nel caso di sezione irregolare (es. uso Fiume), il fabbricante potrà perseguire due strade: la qualificazione ministeriale come da punto B del §11.1 delle NTC 2018 (ovvero qualificandosi presso il Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e ottenendo l'attestato di qualificazione della produzione) oppure la marcatura CE come da punto C del §11.1 attraverso un ETA (riguardo a questa seconda strada, esiste solo l'ETA 12/0540 di proprietà di Conlegno e la marcatura CE è apponibile solo dalle imprese elencate nei "manufacturing plants" elencate nel documento che hanno completato l'iter di certificazione). Nel caso della qualificazione ministeriale si utilizzeranno le assegnazioni che citavo poco sopra, "S" e D24 o C30; nel caso dell'ETA c'è una classe specifica (UFS/C) i cui valori caratteristici sono indicati nel documento stesso e lo rendono "paragonabile" ad un C30

    Venendo dunque (dopo tutto questo necessario preambolo) alla sua domanda: classificazione secondo la resistenza e qualificazione devono andare di pari passo, e non si può avere un segato ad uso strutturale classificato secondo la resistenza ma non qualificato (con la procedura ministeriale o con la marcatura CE) o viceversa.

    Approfitto di questo spazio per anticipare una domanda che sicuramente emergerà: "ma quindi il DL o comunque il progettista incaricato ha facoltà di classificare secondo la resistenza e qualificare a piè d'opera una fornitura di legname prima della sua messa in opera?". La risposta è NO, perché per conseguire la qualificazione (che sia marcatura CE oppure con la procedura ministeriale) è necessario completare un iter che non dipende dalla persona singola ma dall'organizzazione. In quel caso, qualora arrivi in cantiere del materiale non qualificato a monte da un fabbricante, lo stesso non può essere messo in opera perché non è collaudabile.