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    Nel caso di case in legno di 2-3 piani in XLAM cosa conviene fare a livello di fondazioni?

    Nel caso di case in legno di 2-3 piani in XLAM cosa conviene fare a livello di fondazioni? Travi rovesce o platee?

    Risposta a cura di Andrea Bernasconi, heig-vd CH-Yverdon | Borlini & Zanini SA | holztragwerke.ch

    Pubblicato il 14/09/2021

    La scelta di una tipologia di fondazioni non può a nostro avviso essere definita esclusivamente in funzione della tipologia costruttiva. Un elemento essenziale nella concezione delle fondazioni è infatti il terreno su cui le fondazioni stesse agiscono. Si direbbe che la domanda escluda per principio la presenza di un piano interrato o seminterrato, in quanto il piano interrato è per principio sempre realizzato in calcestruzzo armato; benché la domanda sulla scelta della tipologia di fondazione si ponga anche in questo caso. Anzi, qualora la fondazione si trovi sotto ad un piano interrato in calcestruzzo, è poco probabile che la scelta fra una platea o delle travi rovesce per le fondazioni sia messa in relazione diretta con la tipologia costruttiva e strutturale della sovrastruttura - o della costruzione fuori terra. La domanda resterebbe però valida, e troverebbe la sua risposta nella riflessione sulle forze agenti sul terreno, sulla loro grandezza e sulla loro distribuzione, come pure nella tipologia del terreno e nelle sue caratteristiche meccaniche. Allo stesso modo la domanda va affrontata in modo generale.

    Le pareti XLAM che compongono la struttura dell'edificio chiedono alla fondazione di avere una resistenza sufficiente, ma soprattutto di deformarsi in modo da non pregiudicare la struttura portante stessa. Ciò significa evitare assestamenti differenziali delle fondamenta nel terreno. Anche in questo caso a dare la risposta è la tipologia del terreno, e non la tipologia costruttiva della sovrastruttura.

    In generale si può affermare che una platea permette di distribuire meglio le forze sulla superficie del terreno, e meglio si adatta a terreni di portanza più ridotta. La forma della sovrastruttura e la distribuzione - e la distanza fra loro - delle pareti portanti sono pure un parametro importante: un numero elevato di pareti portanti agenti sulla fondazione, a distanza ravvicinata fra loro, suggerisce una fondazione di superficie piuttosto che lineare.

    Probabilmente la risposta è univoca soltanto quando l'edificio di legno è realizzato con un vespaio, e cioè fisicamente sollevato dal terreno e con la prima soletta di poco sopra al livello del terreno e realizzata in legno. In tal caso, la realizzazione di una platea di fondazione sembra piuttosto priva di senso, in quanto i carichi sono trasmessi al terreno dalle sole pareti e non c'è nessuna ragione per formare una superficie a contatto con il terreno. E qualora il terreno fosse di troppo scarsa portanza, si opterebbe probabilmente per una fondazione più profonda delle travi rovesce, in modo da mantenere l'effetto puntuale o lineare dell'edificio sul terreno.

    In tutti gli altri e decisamente più frequenti casi, dove la superficie dell'edificio al piano terreno è integrata alla fondazione - e non alla sola sovrastruttura - la scelta del tipo di fondazione deve essere fatta sulla base delle forze in gioco e della risposta del terreno, prima che sulla base della tipologia costruttiva della sovrastruttura. Spesso si tratta di soluzioni combinate o miste, dove la platea è di fatto rinforzata in modo più o meno importante in concomitanza dei carichi verticali o delle pareti strutturali della sovrastruttura.

    Aggiungiamo per completezza che la casistica e l'esperienza di cui disponiamo non ci permette di descrivere delle regole o delle tendenze a favore di un particolare tipo di fondazioni per gli edifici residenziali con numero di piani limitato a 3 - 4 in funzione della sola tipologia costruttiva e strutturale della parte fuori terra dell'edificio