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    #Durabilità  

    Vorrei un'indicazione sulla durabilità naturale di abete e larice

    Per un'opera di ingegneria naturalistica (barriera creata su un pendio) è stato previsto l'utilizzo di tondame in castagno per garantire un'adeguata durabilità dell'opera. Si vuole valutare anche l'utilizzo di specie locali come abete e larice. Riuscite a fornirmi un'indicazione di massima sulla durabilità utilizzando le essenze citate?

    Risposta a cura di Andrea Bernasconi, heig-vd CH-Yverdon | Borlini & Zanini SA | holztragwerke.ch

    Pubblicato il 14/08/2021

    La durabilità naturale del legno di castagno è fra le migliori in assoluto, quanto meno fra le specie indigene. Ci sia concesso di ritenere anche il castagno una specie indigena e comunque presente in Italia, pur tenendo conto del fatto che il castagno non è presente su tutto il territorio nazionale. Ed è proprio questa la ragione per cui spesso, dove disponibile, era ed è usato per questo tipo di impieghi. Nella classificazione della durabilità, che conta 5 livelli, il legno di castagno è spesso classificato come 1-2, mentre il larice e l'abete sono classificati rispettivamente come classe 3-4 e 4. La classe 5 è riservata alle specie dalla durabilità naturale decisamente ridotta, quali per esempio il faggio, che mai sono state utilizzate in esterno.

    L'impiego di tondame nel terreno pone gli elementi di legno nelle condizioni più sfavorevoli che si possano immaginare, con il contatto diretto con il terreno e la presenza di una umidità piuttosto elevata, e comunque con il contatto diretto e regolare con l'acqua. In queste condizioni la durata di vita del legno dell'abete è da quantificarsi in pochi anni; quella del legno di larice è senza dubbio migliore, ma occorre rendersi conto che una durabilità migliore di "pochi anni" si quantifica sempre e ancora in un tempo piuttosto breve. Se per l'abete in queste condizioni estreme la durabilità si può quantificare con un tempo fra i 3 e i 5 anni, e per il legno di larice si ammette una durabilità maggiore del 50%, si arriva a concludere che la durabilità del legno di larice in condizioni sfavorevoli è quantificabile in un tempo fra i 4 e i 7 anni.

    Il castagno è due classi migliore del larice, e tutte le testimonianze sono concordi nel dire che si può contare comunque su una durabilità di alcune decine di anni; anche se a contatto con il terreno, non sono infatti rare le testimonianze della buona durabilità del legno di castagno.

    Ci permettiamo di concludere che l'impiego di tondame di abete per opere di stabilizzazione del terreno non può essere accettato che per opere a carattere decisamente provvisorio, anzi il cui carattere provvisorio possa in modo certo essere limitato a pochissimi anni. L'impiego di legno di larice offre una durabilità leggermente maggiore, ma è comunque caldamente sconsigliabile per tutte le opere a carattere definitivo e stabile nel tempo, a meno che non si preveda una manutenzione e la possibilità progettuale della sostituzione degli elementi danneggiati a intervalli di tempo inferiori ai 5 anni. La scelta del legno di castagno è, invece, da considerare come corretta; pur non potendo escludere di dover sorvegliare l'opera eseguita con un piano di manutenzione che permetta di identificare le eventuali "sorprese" di un degrado del legno anche entro i dieci anni, è lecito aspettarsi che la durata di vita dell'opera realizzata con legno di castagno possa essere ben più lunga.

    Possono fare eccezione a queste considerazioni gli impieghi che prevedono e garantiscono che il legno sia in permanenza in condizioni di presenza e contatto con l'acqua allo stato liquido, come per esempio in un terreno saturo di acqua perchè permanentemente al di sotto del livello di falda, o comunque in permanenza semplicemente sotto al livello dell'acqua. In tal caso i fenomeni di degrado non si innescano e la durabilità del legno è assicurata in modo più o meno indipendente dalla specie legnosa usata. Trattandosi di un pendio, questa situazione è per principio da escludere.