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    Pareti XLam in falso: quando possono essere realizzate e quale fattore di comportamento adottare per la componente verticale dell'azione sismica?

    Volevo chiedervi che fattore di comportamento utilizzare rispetto alla componente verticale per una struttura con pareti xlam poggiante in falso su putrelle in acciaio. Posso utilizzare 1.5 come scritto in normativa o conviene abbassarlo ulteriormente (magari 1,333 o addirittura 1) data l'importanza degli elementi, tutta la struttura (3 piani) poggia e scarica sisma verticale ed orizzontale sulle putrelle in acciaio.

    Risposta a cura di Daniele Casagrande, Istituto per la Bioeconomica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE)

    Pubblicato il 05/06/2020

    La componente verticale del sisma deve essere considerata in presenza di elementi orizzontali (punto 7.2.2 delle NTC18) con luce superiore a 20 m, elementi precompressi, strutture di tipo spingente, edifici con piani sospesi e pilastri in falso, purché, come indicato al punto 3.2.3.1, il sito dove sorge la costruzione sia caratterizzato da un’accelerazione al suolo ag maggiore o uguale di 0.15g.

    Per quanto riguarda gli edifici in legno sembra plausibile assimilare alla categoria dei pilastri in falso anche quella delle pareti in falso, in presenza delle quali è quindi necessario procedere alla valutazione della componente verticale del sisma.

    Come esplicitamente riportato al punto 7.3.1 delle NTC18, il valore del fattore di comportamento q da adottare per la componente verticale del sisma allo SLV è pari a 1.5. Rimane dunque una scelta del progettista utilizzare valori di q più cautelativi, anche se non espressamente richiesto dalla norme stesse.

    Con riferimento al concetto di pareti in falso nelle costruzioni in legno è importante altresì sottolineare alcuni aspetti, spesso oggetto di differenti interpretazioni da parte dei soggetti coinvolti nelle fasi di progettazione, costruzione e collaudo.

    i) Come riportato al punto C7.7.3 della circolare esplicativa è consentito realizzare una struttura in legno che sormonti una struttura realizzata con altra tipologia di materiali. Nel caso sia presente un piano cantinato e/o seminterrato con pareti in c.a., esso può essere assimilato ad una struttura di fondazione dei sovrastanti piani in legno. Nel caso si adotti una progettazione di tipo dissipativo per la struttura in legno nei confronti delle componenti orizzontali dell’ azione sismica, al fine di evitare meccanismi di piano debole, la sottostruttura deve essere progettata in accordo ai principi della progettazione in capacità e dunque con riferimento ai valori delle resistenze (e non delle azioni ottenute dall’analisi), opportunamente amplificate, degli elementi atti a dissipare energia (elementi di collegamento) all’interno della struttura in legno. Per la struttura in legno è possibile adottare in tal caso i valori del fattore di struttura della Tabella 7.3.II.

    ii) Gli elementi sismoresistenti negli edifici in legno (es. pareti) devono garantire la continuità delle azioni a partire dal solaio di partenza delle elevazioni in legno e dunque non possono essere interrotti prima di tale solaio (punto C7.7.4). Non sono dunque ammesse pareti sismoresistenti in falso all’interno della struttura in legno; al contrario sembra plausibile assumere che possono essere realizzate pareti sismoresistenti in falso su elementi appartenenti alla sottostruttura (ad esempio solette e travi in c.a., travi in acciaio). E’ fondamentale sottolineare che tali elementi (appartenenti alla sottostruttura) devono essere progettati in accordo ai principi della progettazione in capacità e, in relazione a quanto riportato precedentemente, deve essere considerata anche la componente verticale del sisma. La deformabilità di tali elementi deve essere inoltre adeguatamente tenuta in conto nei modelli di analisi per la valutazione del comportamento dinamico dell’intera struttura.

    iii) E’ consentito realizzare pareti non sismoresistenti in falso all’interno di una struttura in legno. Tali pareti sono dunque progettate per resistere alle sole azioni derivanti dai carichi gravitazionali e sono definite secondarie in accordo al punto 7.2.3 delle NTC. Al punto C7.7.4 è tuttavia espressamente richiesto come tali pareti devono essere adeguatamente progettate con dettagli atti a non trasmettere le azioni orizzontali nel piano della parete stessa.