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    Come è possibile che molte squadrette a taglio ed hold down in commercio non rispettino le prescrizioni da Eurocodice in termini di interassi minimi di chiodatura?

    Moltissime squadrette a taglio ed hold down in commercio non rispettano le prescrizioni da Eurocodice in termini di interassi minimi di chiodatura. Come è possibile?

    Risposta a cura di Maurizio Follesa, dedaLEGNO

    Pubblicato il 08/06/2020

    La qualificazione degli angolari a taglio e degli hold-down commerciali avviene mediante l’applicazione della marcatura CE secondo le specifiche contenute nel relativo Benestare Tecnico Europeo (ETA), relativo a ciascuna produzione, e rilasciato in conformità a quanto previsto nell’ETAG 015 “Three Dimensional Nailing Plates”, a sua volta pubblicato in base alle indicazioni del Regolamento UE N. 305/2011 sui prodotti da costruzione.

    Secondo l’ETAG 015 i requisiti di resistenza meccanica e stabilità delle piastre chiodate tridimensionali possono essere determinati secondo una delle tre seguenti opzioni: (i) mediante calcoli, (ii) mediante calcoli assisiti da prove sperimentali o (iii) mediante prove sperimentali.

    Nella maggior parte dei casi l’opzione scelta per la certificazione delle piastre all’interno degli ETA è la (ii) o (iii), quindi prevede l’esecuzione di prove sperimentali attraverso le quali si misura non solo la resistenza meccanica della piastra, considerando le diverse modalità di rottura possibili (ad es. per rottura a taglio dei chiodi o viti di collegamento, rottura a taglio o trazione della piastra d’acciaio, rottura per trazione o taglio degli elementi di collegamento della piastra alla fondazione o al solaio di interpiano), ma anche la configurazione geometrica e le distanze e gli interassi delle chiodature, controllando anche che non si verifichino possibili rotture fragili dovute a spaccatura (splitting), rottura di gruppo per strappo o a taglio (group shear e plug shear failure) o a trazione nel legno (tension failure). Pertanto, l’esecuzione di tali prove di fatto certifica anche la corretta configurazione di interassi e spaziature. Inoltre all’interno degli ETA sono contenuti i valori di calcolo (come ad esempio la resistenza a rifollamento degli elementi di collegamento e il momento di snervamento degli stessi) necessari per determinare la resistenza dei collegamenti o talvolta, quando derivati attraverso prove, direttamente i valori di resistenza determinati, la configurazione del collegamento (ad esempio la presenza o meno di rondelle per il collegamento di viti e tirafondi della piastra di base) e, nel caso di progettazione assistita da prove, i metodi di calcolo utilizzati (con eventuali valori di eccentricità, momenti e coefficienti correttivi in funzione della configurazione del collegamento lato legno, ed eventualmente lato calcestruzzo) per determinare la resistenza del collegamento. Questi valori e questi metodi, quando differenti, sono sicuramente prioritari rispetto a quelli contenuti nell’Eurocodice 5 e vanno presi in considerazione nel calcolo della resistenza del collegamento.

    Una configurazione degli interassi e diametri delle forature per hold-down e angolari tipicamente usata dalle piastre esistenti in commercio e impiegata con chiodi di 4 mm di diametro o viti di 5 mm di diametro è la seguente: spaziature1.jpg Considerando i valori dati dall’Eurocodice 5, §8.3.1.2, per chiodi nel caso di collegamento legno-acciaio, l’interasse minimo parallelamente e perpendicolarmente alla fibratura da considerare per il caso comune di utilizzo di chiodi di 4 mm di diametro, ipotizzando legno di massa volumica caratteristica ρk≤420 kg/m3 (condizione verificata ad es. per legno massiccio di classe di resistenza dalla C14 alla C45 e per tutte le classi di legno lamellare sia combinato che omogeneo definite dalla EN 14080) è pari a:

    Per chiodi inseriti senza preforatura:

    a1=0,7x10d=0,7x10x4=28 mm

    a2=0,7x5d=0,7x5x4=14 mm

    Per chiodi inseriti con preforatura:

    a1=0,7x5d=0,7x5x4=14 mm

    a2=0,7x4d=0,7x4x4=11 mm

    Pertanto, in entrambi i casi risulterebbe non rispettato secondo le regole dell’Eurocodice 5 solamente l’interasse tra allineamenti in direzione ortogonale alla fibratura a2. Tuttavia, se tale configurazione di interassi è indicata all’interno dell’ETA, documento attraverso il quale avviene la certificazione della piastra tridimensionale, questa supera le limitazioni imposte dall’Eurocodice 5. Discorso differente invece va fatto nel caso in cui, per esigenze progettuali (ad es. carichi elevati o configurazioni geometriche particolari), venga effettuata una progettazione di una piastra su misura da parte del progettista. In questo caso, non essendo possibile effettuare delle prove sperimentali ed ottenere una marcatura CE in base a tali prove (operazione troppo dispendiosa per un singolo caso), vanno scrupolosamente seguite le regole relative a distanze ed interassi minimi date dall’Eurocodice 5, e le regole relative alle verifiche volte ad evitare possibili rotture fragili come la rottura di gruppo per strappo o a taglio (group shear e plug shear failure) espresse all’interno dell’Allegato A dell’Eurocodice 5.