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    Cosa mi consigliate per la realizzazione del decking di un terrazzo esposto alle intemperie cosa mi consigliate?

    Cosa mi consigliate per la realizzazione del decking di un terrazzo esposto alle intemperie cosa mi consigliate? Stavo valutando sia legno termotrattato che Accoya

    Risposta a cura di Massimo Del Senno, Esperto Tecnologia del Legno

    Pubblicato il 18/04/2020

    L’esempio più noto di trattamento termico è quello brevettato (Thermowood ®). A grandi linee consiste nel riscaldamento del materiale fino a: 190 °C (classe S come Stability) e 220 °C (classe D come durability). In estrema sintesi si può dire che il riscaldamento altera le proprietà del materiale (in particolare modificando lo stato cristallino di cellulosa e emicellulose) rendendolo meno igroscopico, meno permeabile ed abbassandone leggermente la massa volumica.

    Per quel che riguarda l’influenza dell’esposizione del legno a temperature crescenti per tempi diversi Dinwoodie (J. M. Diwoodie: Timber its nature and behaviour) segnala degradi irreversibili per esposizioni di qualche anno a temperature anche di soli 65 °C, l’esposizione a 120 °C per un mese determina una riduzione del 10 % della resistenza, a 140 °C lo stesso effetto si raggiunge in una settimana mentre l’esposizione di campioni di conifera a cicli giornalieri da 20 a 90 °C per tre anni ne riduceva il lavoro di frattura al 44 % del materiale trattato per un solo giorno.

    Il termine “Accoya®” non indica una specie legnosa, ma legno sottoposto ad un trattamento di acetilazione. Nelle fibrille di cellulosa esistono zone (le cosiddette regioni “amorfe” o “porose”) in cui gli ossidrili (gruppi OH-) periferici non sono mutuamente legati con ponti di idrogeno, determinando l’impacchettamento trasversale delle fibrille, ma sono disponibili per adsorbire molecole d’acqua, dal che derivano le deformazioni igrotermiche, riduzioni anche importanti delle caratteristiche meccaniche e la maggior aggredibilità da parte degli enzimi che organismi vegetali e animali utilizzano per digerire il legno. L’acetilazione consiste nel sostituire gli ossidrili “liberi” con gruppi acetilici (-O-CO-CH3), determinando così un significativo incremento delle caratteristiche di stabilità dimensionale e durabilità, senza variazioni significative dei parametri meccanici. Il tutto, a quanto è dato di capire dal materiale informativo disponibile, a partire da specie a rapido accrescimento. Sempre in base a quanto dichiarato dalla ditta produttrice, se l’impiego previsto rende desiderabile un’elevata durabilità senza ulteriori trattamenti e l’assenza di movimenti igrotermici, il prodotto è senz’altro degno di considerazione.

    Mentre il materiale Thermowood ® offerto sul mercato è preparato a partire da specie legnose sia di conifera che di latifoglia l’Accoya è dichiaratamente prodotto a partire da materiale proveniente da piantagioni di specie a rapido accrescimento (per lo più Pinus radiata).

    La stabilizzazione ottenuta con entrambi i sistemi migliora le caratteristiche igroscopiche dei prodotti e ne incrementa in modo importante la durabilità (entrambi i metodi alterano, sia pure in modo diverso, la struttura chimica delle pareti cellulari rendendole , per così dire, indesiderabile sia per i funghi che per gli insetti), per quel che riguarda l’impiego previsto (pavimentazione) la caratteristica meccanica più importante è la durezza che sembrerebbe essere sia pur marginalmente, migliorata nel legno acetilato (i dati rinvenuti sono espressi in durezza Beinell per il legno termotrattato e Janka per quello acetilato), anche se occorre tenere presenti anche i valori “di partenza” relativi alla specie utilizzata. Inoltre per quel che riguarda l’usura superficiale gioca un ruolo importante la finitura superficiale.

    Nella scelta giocherebbero un ruolo importante due fattori quello economico, e quello estetico, la cui valutazione esula dagli scopi di questo servizio.