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    E' possibile utilizzare viti autoforanti nel legno di castagno?

    Le viti autoforanti possono essere utilizzate anche per il legno di castagno? In questo caso è obbligatorio il preforo?

    Risposta a cura di Andrea Bernasconi, heig-vd CH-Yverdon | Borlini & Zanini SA | holztragwerke.ch

    Pubblicato il 04/05/2020

    Il legno massiccio di castagno ha prestazioni di resistenza e rigidezza simili a quelle del legno di conifera, malgrado si tratti di un legno di latifoglia con una densità decisamente più elevata. Con la classificazione per l'uso strutturale può essere impiegato nella classe D24 (UNI EN 338) con un valore caratteristici della resistenza a flessione di 28 N/mm2 e un modulo E di 12500 N/mm2. La realizazzione di travi di legno lamellare incollato ha portato in alcuni casi a definire i valori della reisistenza secondo la classe GL24h.

    Sull'impiego di viti o altri mezzi di collegamento le indicazioni e informazioni sono decisamente rare e le esperienze e regole di calcolo per il legno di latifoglie non sono mai specifiche per il legno di castagno.

    Non c'è però nessuna evidenza e anche nessuna ragione per cui l'impeigo di viti autoforanti non debba essere possibile o possa creare dei problemi. In via prudenziuale, e alla luce della evidente mancanza di altre informazioni è consigliabile applicare per le viti usate nel legno di castagno gli stessi valori di dimensionamento della resistenza dei collegamenti che risultano dal calcolo dei collegamenti con legno di conifera. E questo ben sapendo che si tratta di valori conservativi. Aluni mezzi di collegamento forniscono, tramite le specifiche tecniche, dei valori di calcolo per il legno di latifoglie, ma si tratta di valori riferiti ad altre specie, che notioriamente presentano caratteristiche di resistenza maggiori del legno di castagno e non sono quindi da ritenere direttamente applicabili al castagno.

    La questione della preforatura è da affrontare da un altro punto di vista. Spesso per il legno di latifoglie, o comunque per legno con valori della densità elevati, si impone la preforatura. Una ragione di ciò risede principalmente nella difficoltà di esecuzione dell'avvitataura senza preforatura, con le viti che letteralmente si rompono durante la posa. Malgrado la lavorazione del legno di castango sia piuttsoto facile, l'avvitataura di viti a tutto filetto non è sempre facile e la preforatura permette di risolvere questi problemi. La seconda ragione per una preforatura è la riduzione del rischio di creare fessure anche importanti con l'introduzinoe delle viti. Questo rischio è particolarmente grande quando le viti si trovano in prossimità della fine della trave. L'impiego sistematico della preforatura permette di evitare entrambi questi problemi ed è consiglaibile anche per il legno di castagno, che a seconda della qualità e della sua provenienza può essere particolarmente sensibile alla fessurazione o particolarmente duro alla lavorazione. Qualora questi aspetti non si rivelassero come problematici al momento dell'esecuzione, la preforatura può essere tralasciata. Alla luce dell'esperienza - ridotta - fin qui accumualta, riteniamo di poter consiglaire di comunque sempre prevedere per questo tipo di viti la preforatura quanto meno parziale (non su tutta la profondità di avvitamento) con il diametro consigliato dal fornitore delle viti o con un diametro equivalente al daimetro del nocciolo della vite (ca 60 % del diametro nominale).