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    Quali tipologie di pannelli di rivestimento si possono usare per le pareti portanti intelaiate in legno?

    Nel sistema a telaio, quali materiali usare per le pannellature laterali di chiusura (controventi interno-esterno)? Le ditte del settore propongono assito, osb3, fermacell in diverse combinazioni. Quale soluzione consigliate?

    Risposta a cura di Daniele Casagrande, Istituto per la Bioeconomica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE)

    Pubblicato il 07/04/2020

    La resistenza e la stabilità nei confronti delle azioni orizzontali delle pareti portanti intelaiate in legno sono garantite dai pannelli di rivestimento e dai collegamenti tra questi e il telaio (“sheathing-to-framing connections”), generalmente realizzati mediante connettori a gambo cilindrico (chiodi o cambrette) di piccolo diametro. Tali connettori sono disposti ad interasse costante lungo i bordi di ciascun pannello, garantendo un flusso di taglio pressoché uniforme lungo il perimetro. La resistenza ai carichi orizzontali di una parete in relazione alla resistenza del singolo connettore fra pannello e telaio viene generalmente calcolata secondo il metodo A di cui al punto 9.2.4.2 dell’Eurocodice 5.

    I pannelli di rivestimento devono essere definiti ad uso strutturale e possono essere a base di legno, quali ad esempio pannelli OSB (UNI EN 300), pannelli di compensato (UNI EN 636), pannelli di particelle (UNI EN 312), pannelli in fibra di legno (UNI EN 622), o in fibrogesso (EN 15283-2). Per pareti aventi pannelli su entrambi i lati (interno/esterno) è possibile utilizzare la stessa tipologia di pannelli su entrambi i lati o in alternativa due differenti tipologie di pannello. In questo secondo caso tuttavia, in accordo al punto 9.2.4.2 (7) dell’Eurocodice 5, è necessario tenere in conto di una opportuna riduzione della resistenza della parete derivante dalla differente rigidezza dei collegamenti per le due tipologie utilizzate. Con riferimento alle resistenza all’azione sismica la normativa italiana (NTC 2018) al punto 7.7.2 pone dei requisiti minimi per alcune delle tipologie dei pannelli strutturali di rivestimento sopra citati ed in particolare:

    • i pannelli di particelle (UNI EN 312) devono avere uno spessore non inferiore a 13 mm e massa volumica caratteristica in accordo a UNI EN 12369-1;
    • i pannelli di compensato (UNI EN 636) devono avere spessore non inferiore a 9 mm;
    • i pannelli di OSB (UNI EN 300) devono avere spessore non inferiore ai 12 mm se disposti a coppia (è inteso su entrambi i lati interno/esterno della parete e con la medesima tipologia e spaziatura di chiodatura), non inferiore a 15 mm se disposti singolarmente (solamente su uno dei due lati).

    Il punto C7.7.2 della Circolare esplicativa specifica inoltre come l'utilizzo di pannelli realizzati con altri materiali di quelli specificati al punto 7.7.2 nelle zone considerate come dissipative deve essere opportunamente valutato sulla base di comprovata documentazione tecnico-scientifica, basata su sperimentazione, in accordo con normative di comprovata validità.

    E’ altresì importante precisare che la scelta dello spessore minimo dei pannelli deve essere effettuata in relazione alla resistenza relativa al singolo collegamento pannello-telaio nonché alla verifica di ingobbamento a taglio del singolo pannello di rivestimento, che può essere omessa qualora il rapporto fra la distanza libera fra montanti e lo spessore del pannello sia non maggiore di 100, punto 9.2.4.2 (11) dell’Eurocodice 5.

    Un’ulteriore tipologia costruttiva presente sule mercato prevede l’utilizzo di tavole diagonali (assito) in legno chiodate ai montanti e ai traversi del telaio ligneo, in sostituzione dei fogli di rivestimento, al fine di garantire la stabilità e la resistenza ai carichi orizzontali delle pareti. E’ bene precisare come tuttavia questa tipologia non può ricondursi direttamente a quelle inerente alle strutture a pareti portanti intelaiate e, per tale ragione, il metodo A previsto dell’Eurocodice 5 non può essere adottato per il calcolo della resistenza di una parete realizzata con questa tecnologia. I valori del fattore di comportamento riportati per le strutture in legno a pareti portanti intelaiate non possono essere altresì utilizzati per tale tipologia strutturale. Specifiche metodologie di calcolo ed fattori di struttura devono essere dunque opportunamente definiti per tale tipologia strutturale sulla base di comprovata documentazione tecnico-scientifica, basata su sperimentazione, in accordo con normative di comprovata validità.