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    Ho diversi campi e stavo valutando di piantare Paulownia per ricavarne biomassa. Cosa ne pensate?

    Ho diversi campi e stavo valutando di piantare Paulownia per ricavarne biomassa. Cosa ne pensate?

    Risposta a cura di Marco Luchetti, Interzero Italia

    Pubblicato il 07/04/2020

    In relazione alla Paulownia e ad un suo utilizzo per la produzione di biomassa, sebbene vi siano esperienze che vadano consolidandosi prevalentemente nel Nord Italia (la sua introduzione risale a circa 10 fa), è possibile affermare che ancora oggi un suo impiego sia in corso di validazione (allo stesso tempo è bene sottolineare le buone attitudini in termini di incrementi di crescita entro impianti ad alta densità).

    A titolo di completezza e per dare una visione d'insieme, si ritiene opportuno far menzione a possibili alternative accennando a cloni di Pioppo, Salice, Eucalipto e varietà di Robinia Pseudoacacia. Sintetizzando quindi e da un punto di vista agronomico è possibile affermare che: i Pioppi andrebbero utilizzati prevalentemente sui terreni più fertili del Centro-Nord Italia, i salici prediligono terreni più freschi e più ricchi d’acqua, la robinia cresce bene anche in zone collinari mentre gli eucalitti crescono su terreni marginali dell’Italia centro-meridionale.

    A prescindere dalla specie impiegata è possibile affermare che la produttività dell’impianto è legata (anche ma non solo) alle modalità di ceduazione: annuale, biennale con fila singola o biennale con fila binata.

    A) Con la ceduazione annuale la produttività che si ottiene da questo tipo di coltivazione dipende in particolare da due fattori:

    • l’elevata densità d’impianto, che porta ad avere molte piante sull’unità di superficie,
    • il taglio annuale che determina la raccolta di materiale di piccole dimensioni, impedendo alla pianta di raggiungere la migliore performance di crescita (l’incremento annuo è crescente fino al terzo anno). L’elevata produttività di tali impianti (che può aggirarsi intorno 14-15t/ha anno) causa le ceduazioni continue e la morte delle ceppaie, non può essere mantenute per molti turni.

    B) Con la ceduazione biennale con fila singola, la produzione entra a regime tra il secondo e il quarto turno; in seguito la produttività cala per la morte delle ceppaie (si può arrivare nelle migliori condizioni di crescita a 20t/ha anno.

    C) Con la ceduazione biennale con fila binata, in termini di produzione e in senso generico, questa non porta notevoli vantaggi produttivi. Inoltre dopo la ceduazione, la competizione tra le ceppaie, associata all’impossibilità di intervenire contro le infestanti tra le bine, causa mortalità e frena la capacità di ricaccio.